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Nba, il “perugino” Lupattelli legge le finali di Conference

C’è un po’ di Umbria anche in Nba. L’International scout di Golden State Warriors Stefano Lupatelli, classe 1969 , è nato a Livorno ma è stato presto “adottato” dalla città di Perugia. Nel capoluogo ha mosso i suoi primi passi da agente di giocatori di pallacanestro per poi ricevere la chiamata dall’altra parte dell’Oceano e fare il salto al di là della scrivania. Prima l’esperienza con Minnesota Timberwolves, poi quella attuale con i Warriors. Nella regione è uno dei principali conoscitori della palla a spicchi in salsa statunitense. Così ci siamo seduti al tavolo con lui, per ascoltare il suo punto di vista sulle finali di Conference dei Play off Nba.

Sono sei anni che un campione Nba non bissa il successo la stagione successiva. La stupisce?

“No perché viviamo un periodo in cui non esistono reali dinastie. L’unica franchigia che sembra vivere attualmente un ciclo sono i Boston Celtics, che arrivano sempre molto vicino al titolo senza però vincerlo. Si pensava che i Denver Nuggets, dopo aver vinto per la prima volta il titolo nella loro storia lo scorso anno, potessero avere continuità, considerando che i loro giocatori più importanti sono nel pieno della carriera. Invece sono stati eliminati in maniera sorprendente. Riassumerei che l’Nba sta attraversando un momento di passaggio. Le vecchie stelle stanno invecchiando, le nuove non riescono a stabilire ancora il loro dominio. Vediamo se Wembanyama i prossimi anni sarà in grado di lasciare la sua mpronta”.

Gli ultimi a riuscirsi siete stati voi dei Golden State Warriors. Sono ricordi piacevoli?

“Io li ho vissuti dall’esterno, credo che per chi fosse già dentro la società siano stati momenti dorati. Quella era una squadra con i giocatori top nel pieno della loro forma fisica. La conferma è arrivata 4 anni dopo, vincendo il titolo del 2022. Quella squadra in qualche modo ha cambiato il modo di giocare. Quando hai Steph Curry però devi sempre cercare di vincere”.

Arriviamo al presente: nei play off 2024 ha visto sorprese finora?

“Se guardiamo all’inizio della stagione, la più grande è stata Minnesota Timberwolves. Arrivavano da stagioni positive e da un cambio management che aveva portato a cambiare lo stile di gioco. Nessuno pensava che potesse però fare una regular season così solida da guadagnarsi una testa di serie così alta a Ovest. Anche ai play off poi sono stati molto altalenanti ma sono in finale di Conference. Se guardiamo, invece, allo sviluppo della stagione, nessuno credeva che gli Indiana Pacers o i Dallas Mavericks potessero arrivare in finale. Entrambe le squadre sono state profondamente trasformate dagli scambi. Da una parte oggi troviamo Pascal Siakam, dall’altra si sono aggiunti Daniel Gafford e P.J.Washington a Luka Doncic e Kyrie Irving“.

Chi inseriamo nel capitolo delle delusioni?

“Sicuramente il fatto che noi, Golden State Warriors, non li facciamo è una grande delusione. Ci si aspettava poi una maggiore crescita dai Sacramento Kings, che sono stati fermati anche dagli infortuni. La lotta a Ovest è stata sempre molto tirata. I Phoenix Suns con Kevin Durant e Bradley Beal sarebbero dovuti essere tra i favoriti ma non lo sono mai realmente stati. Ai play off sono usciti abbastanza miseramente. I Los Angeles Clippers non sono riusciti a mantenere alto il livello. I Philadelphia 76ers hanno sofferto l’infortunio di Joel Embiid, mentre per i Milwaukeeee Bucks hanno pesato i cambi di allenatore e l’infortunio di Giannis Antetokounmpo. Non hanno mai dato l’impressione di essere la squadra che ha vinto il titolo nel 2021″.

Arriviamo alle finali, ti ha stupito a Est la vittoria di Boston su Indiana ai supplementari in Gara-1?

“La prima partita in casa è sempre complicata. Boston veniva da giorni senza giocare, mentre Indiana dalla vittoria in gara sette. I Celtics sono stati bravi a portarla a casa, i Pacers hanno fatto un po’ di regali e credo che rimpiangeranno questa partita. Nella sfida Boston è favorita ma Indiana gioca con la leggera delle squadre che hanno già ottenuto tanto e un pizzico di incoscienza data dai giovani che non sono mai stati a questo livello. Boston, dopo questa vittoria, potrebbe non pagare il solito pedaggio delle prime due partite e arrivare a vincere anche in 5 gare. A volte però si limita da sola. I big giocano davvero tanto, c’è un po’ il vizio di restringere rotazioni”

Come giudica finora il cammino dei Celtics?

“Tutto sommato è stato abbastanza facile ma se lo sono complicati perdendo all’inizio delle due serie una partita in casa. I Miami Heats senza Jimmy Butler sono stati condizionati dagli infortuni, i Cleveland Cavaliers hanno poca esperienza ai play off e la differenza si è visto. Tutto sommato è stato abbastanza regolare. Hanno affrontato squadre che dovevano battere e lo hanno fatto abbastanza agevolmente”.

Quello dei Pacers come si può riassumere?

“Hanno eliminato molto meritatamente i Milwaukee Bucks senza Giannis Antetokounmpo e con una squadra sfiduciata. Contro i New York Knicks è stata una vera battaglia con nessuna delle due squadre che ha perso in casa. L’avversario era tosto, come tutte le squadre allenate da Tom Thibodeau, ma è arrivato scarico a gara-7. Tyrese Haliburton, Pascal Siakam, Myles Turner. I Pacers, se giocano con semplicità, hanno davvero una bella squadra”.

Stanotte comincia a Ovest. Come vede Dallas Mavericks contro Minnesota Timberwolves?

“Sono entrambe delle sorprese. Credo che i Timberwolves difensivamente possano dare molto fastidio. E’ una squadra alta, lunga, grande, che copre tanti spazi. Luka Doncic e Kyle Irving faranno fatica nei loro 1-1 con cui creano superiorità numerica. I Timberwolves però non hanno molto esperienza ai play off e si appoggiano molto su Anthony Edwards, che è ondeggiante anche all’interno della stessa partita. Dall’altra parte i Mavericks hanno trovato una bella quadratura. Stanno giocano bene di squadra con un Doncic meno dominante a favore della squadra. Il pubblico è caldo sia a Minneapolis che a Dallas. Sarà una bella serie con partite toste ed equilibrate. Se devo dare uno 0,01% lo dò a Timberwolves per la difesa e il fattore campo”.

Come commenta il percorso playoff dei Mavericks?

“Hanno fatto due capolavori. Hanno eliminato i Los Angeles Clippers meritando davvero contro una delle squadre arrivate con il ritmo migliore dalla regular season e che in campo aveva James Harden. Contro gli Oklahoma City Thunder hanno sfruttato la loro maggiore esperienza. Avere due realizzatori come Luke Doncic e Kyrie Irving ti catalizza completamente il gioco. Diventa più facile per tutti”

Come arriva Minnesota?

“Prima ha steso completamente quello che restava dei Phoenix Suns in una serie senza storia. Con i Denver Nuggets è stata un’altra battaglia incredibile. Ha vinto le due gare a Denver, per poi perdere le due in casa e Gara-5. Nell’elimination game ha disputato un capolavoro di partita, rientrando dopo essere stata in svantaggio di 20 punti. I punteggi di altri tempi, con due squadre sotto i 100 punti, dimostrano che è difficile affrontarli”.

Per l’anello la favorita è Boston?

“Direi di sì, almeno per qualità ed esperienza a questo livello. Chi arriverà da Ovest avrà però grande entusiasmo perché raggiungerà una finale inaspettata. Occhio però perché i Celtics ogni anno si inventano una maniera diversa per non vincere il titolo”.

Tra i giocatori candidati all’Mvp, chi vede?

“E’ ancora presto per dirlo, molto lo deciderà la finale. Shai Gilgeous-Alexander degli Oklahoma City Thunders aveva giocato molto bene. Anthony Edwards dei Minnesota Timberwolves sta facendo qualcosa di fuori dalla norma. Jayson Tatum e Jaylen Brown dei Boston Celtics in gara-1 hanno fatto quello che dovevano fare per vincere: Brown un canestro dall’angolo nei regolamentari, Tatum 10 punti nei supplementari. Luka Doncic se mette in campo i numeri che ha nelle corde è un serio candidato”.

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