Vaiolo delle scimmie, confermato il primo caso in Italia, rilevato all’ospedale “Spallanzani” di Roma, in un uomo tornato di recente da un viaggio alle Canarie.
Sono ormai diversi i casi di vaiolo delle scimmie registrati in diversi Paesi europei: nove nel Regno Unito, 14 in Portogallo, 6 in Spagna e diversi altri casi in giro per il mondo, in continuo aggiornamento.
Il ministro della salute, Roberto Speranza, ha disposto l’istituzione di una task force dell’Istituto superiore di sanità e diramato l’allerta a tutte le regioni, anche se al momento si sollecita un’attività di monitoraggio, senza particolari allarmismi.
Il decorso della malattia
Il paziente contagiato è stato isolato e sono stati tracciati tutti i suoi contatti. “La malattia si risolve spontaneamente in 1-2 settimane, con adeguato riposo e senza terapie specifiche, se non l’uso di antivirali al bisogno”, scrive una nota dell’Iss. “E’ possibile che le persone non vaccinate contro il vaiolo, che è stata abolita in Italia dal 1981, siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che possono essere efficaci per contrastare anche questa virosi”.
Le modalità di contagio e trasmissione
Il vaiolo delle scimmie è diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. L’infezione si trasmette dagli animali all’uomo attraverso la saliva e altri fluidi dell’animale o il contatto diretto con l’animale. Nell’uomo si presenta con dolori muscolari, febbre, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole e piccole croste”, riporta l’Iss.
Le raccomandazioni delle autorità sanitarie
L’Iss raccomanda prudenza “nei contatti stretti e in quelli sessuali che presuppongano scambio di fluidi corporei, soprattutto se sono presenti lesioni cutanee o sintomi febbrili”, ha specificato Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento malattie infettive dell’Iss