Affitti, in Umbria nel secondo trimestre del 2022 si registrano aumenti dei prezzi, ma i rincari sono i più bassi d’Italia.
In Italia nel periodo in questione è stato registrato un balzo degli affitti con un incremento del prezzo delle locazioni pari al 7%, a una media di 12 euro/m² mensili.
A rilevare la crescita tendenziale record dei prezzi di richiesta dei proprietari da quando è disponibile la serie storica (2012) è l’Ufficio Studi di idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia, per il quale l’aumento dei canoni si attesta al 4,7% su base annuale.
Affitti in aumento per l’incremento della domanda
Secondo Vincenzo de Tommaso, responsabile del Centro Studi di idealista: “Complice anche il graduale miglioramento della situazione pandemica, da più di anno la domanda di abitazioni in affitto ha subito una forte accelerazione. Tuttavia, la mancanza di un’offerta altrettanto dimensionata e qualificata sta creando tensioni sui prezzi. Se questa situazione dovesse perdurare le prime vittime dell’aumento degli affitti sarebbero giovani e famiglie a reddito più basso. La carenza di affitti a prezzi accessibili è destinata a peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi, per via dell’inflazione e poiché l’aumento dei tassi ipotecari – ulteriori incrementi attesi già questo mese – spingeranno altri aspiranti proprietari di case ad affittare”.
La situazione nei capoluoghi di provincia
Uno sguardo ai prezzi rivela aumenti in 52 capoluoghi contro 33 in terreno negativo.
L’avvicinarsi della stagione estiva inoltre fa schizzare i prezzi in alcune località più soggette agli andamenti stagionali della locazione breve e questo spiega gli aumenti a doppia cifra di alcune città come Massa (37,2%), Catanzaro (18,9%) e Torino (16%).
Aumenti al top anche per Messina (12,6%), Avellino (10,9%), e Rimini (10,6%).
Tra i principali mercati della locazione, crescono Venezia (5,4%), Bologna (3,8%), Roma (2,9%) e Palermo (2%). Stabile Milano, rispetto al trimestre precedente, Firenze (-0,5%) in lieve calo, giù Napoli (-1,2%).
Le maggiori contrazioni del periodo spettano a Benevento (-12%), Cagliari (-6,7%) e Arezzo (-5,8%).
Per quanto riguarda la scala dei valori, Milano mantiene il primato di città più cara d’Italia con i suoi 20 euro al metro quadro, seguita da Massa (17 euro/m²) e Venezia (16 euro/m²).
Prezzi sopra la media nazionale anche per Bologna e Firenze (entrambe 15,5 euro/m²), seguite da Roma (13,7 euro/m²), Rimini (12,4 euro/m²) e Como (12,3 euro/m²).
Nella parte bassa della graduatoria dei pezzi di affitto troviamo Agrigento (5,2 euro/m²) davanti a Cosenza e Reggio Calabria (5 euro/m² per entrambe).
Affitti in Umbria e nelle altre province
Il trend positivo dei prezzi si estende all’80% delle province italiane, con condizioni di volatilità diffusa dei prezzi derivante dal peso della locazione turistica in molte aree del Paese, che ha determinato incrementi fino al 63% a Rimini, del 37,6% a Belluno e del 34,2% di Latina, solo a titolo di esempio, ma rincari a doppia cifra riguardano altre 28 aree provinciali.
Più contenute le variazioni nelle province di Roma (4,4%), Napoli (3,4%) e Milano (0,7%), mentre solo 17 province sono in calo guidate da Benevento (-10,4%), Enna (-7,7%) e Gorizia (-5,4%).
Con una richiesta media di 31,5 euro mensili, Rimini guida il ranking dei prezzi degli affitti provinciali, davanti a Lucca (26,6 euro/m²) e Ravenna (22,9 euro/m²).
La provincia di Milano, 18,7 euro al metro quadro è la sesta provincia più cara, Roma è sedicesima con i suoi 13,2 euro.
All’opposto, le province più economiche sono Benevento (4,8 euro/m²), Enna (4,7 euro/m²) e Caltanissetta, fanalino di coda, con soli 4,5 euro al mese.
L’andamento dei prezzi regionali vede incrementi generalizzati in tutte le macroaree del Paese ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia (-2,8%).
Ancora una volta certi rincari fuori misura si spiegano con i rimbalzi ‘atipici’ del periodo, acutizzati dall’inflazione, come in Calabria (19,9%), Emilia-Romagna (14,8%) ed Abruzzo (13,5%).
A doppia cifra anche i rialzi trimestrali delle Marche (12%) e della Liguria (11,2%), mentre Veneto (8,7%) e Toscana (7,4%) segnano aumenti sopra la media del periodo. Altre 11 regioni seguono con variazioni comprese tra il 7,3% della Basilicata e lo 0,9% degli affitti in Umbria.
La Valle d’Aosta (15,7 euro/m²) è la regione più cara per chi cerca un alloggio in affitto, davanti a Lombardia (15,6 euro/m²) e Toscana (14,8 euro/m²).
Anche Trentino-Alto Adige (13,5 euro/m²), Emilia-Romagna (13,3 euro/m²) e Lazio (12,8 euro/m²) si attestano con valori sopra la media nazionale di 11,2 euro.
Sotto questa soglia di prezzo troviamo 14 regioni, in una forbice tra i 10,5 euro mensili richiesti dai proprietari della Liguria e i 6,6 euro dell’Umbria, la regione più economica per le locazioni.
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