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Torna Subasio Crossing: il trail nel verde di Spello

Sta diventando un appuntamento da segnare ogni anno nel calendario per gli appassionati di sport in Umbria. Domenica 19 maggio torna il weekend della Subasio Crossing, un’occasione per oltre 400 atleti dal mondo per correre alla pendici del Monte Subasio. Uno di quei luoghi dell’anima dove la definizione Cuore Verde descrive alla perfezione l’atmosfera nella quale si viene proiettati durante l’attività fisica. Il format dell’evento organizzato da Luca e Chiara Brustenghi di Umbria Crossing è ormai noto considerando anche le sette edizioni di Bettona Crossing che i due fratelli hanno alle spalle. La puntina della geolocalizzazione va messa su Collepino di Spello in provincia di Perugia. Tre opzioni tra cui scegliere per le distanze da percorrere: 11 chilometri (550 di dislivello), 22 chilometri (1100 di dislivello) e 44 chilometri (2200 di dislivello). Il sudore e la fatica vengono messi sulla stessa bilancia con la bellezza per gli occhi e il ristoro per il cuore. Inutile spiegare quale dei due piatti alla fine avrà maggiore peso. Lo scenario con i boschi, le radure e gli uliveti lungo i sentieri di San Francesco dà una carica adrenalina in più.

Non solo corsa

Saranno oltre 400 i partecipanti che si presenteranno ai nastri di partenza. Saranno rappresentate la maggior parte delle regioni d’Italia ma non solo. Runner arriveranno anche da Inghilterra, Brasilie, Olanda, Portogallo, Svizzera, Irlanda e Messico. Se domenica 19 va in scena il vero e proprio evento agonistico, sabato 18 la Subasio Crossing porta lo sport come cultura.

La mattina l’atleta di livello internazionale Donatello Rota guiderà l’Umbria Crossing Trail Camp. Il coach spiegherà tecniche di corsa, come affrontare salite e discese e varie strategie per affrontare la gara del giorno dopo. Alle 18 prenderà la scena Roberto Di Sante, autore del libro “Corri. Dall’inferno a Central Park”. Il giornalista racconta il suo “viaggio” da Frascati, dove odiava la corsa e non capiva chi nella vicina Roma ogni giorno indossasse le scarpette per andare a fare attività a Villa Borghese, fino a New York, dove ha partecipato e concluso la maratona più famosa al mondo. Parlerà della corsa come metafora di vita e di come questa disciplina gli abbia rivoluzionato la quotidianità.

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